domenica 29 marzo 2009

Intervento Dott. Ilaria Salonna


. A.I.C.I
Associazione Italiana Counseling Integrato

TIVOLI 28 MARZO 2009
“L’autostima come traguardo fondamentale per l’autorealizzazione, attraverso il percorso di counseling”
Dott.Ilaria Salonna



• L’autostima una considerazione positiva stabile di se stessi, che si fonda sulla opinione che si ha di sé.
• Riflette la struttura del Sé, formatasi e stabilizzatasi durante gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza.
• Elementi cognitivi (descrizione di se stessi)
• Elementi affettivi (sentimenti nei confronti di se stessi)
• Elementi valutativi (confronto con i propri standard e modelli)
• Nel lavoro quotidiano con i clienti, il counselor si confronta continuamente con le conseguenze negative di un basso livello di autostima;
• La mancanza di autostima è la condizione alla base della maggior parte dei disagi esistenziali;
• Dipende da:
• Aspettative del soggetto riguardo se stesso;
• Capacità di raggiungere modelli e standard di riferimento;
• Qualità delle relazioni primarie sperimentate in infanzia e per tutto l’arco dell’esistenza;
• Riscontri ottenuti in ambito sentimentale, sociale e lavorativo.
• Nel percorso della relazione d’aiuto, ogni strada conduce all’autostima, per lo sviluppo di un approccio alla vita positivo.
• Se alla base delle proprie difficoltà personali c’è un basso livello di autostima, la qualità della vita può essere cambiata, lavorando direttamente sull’accrescimento del livello stesso (Field, 1997).
• Il counselor, dunque, deve lavorare con il cliente innanzitutto al potenziamento dell’autostima.
• La consapevolezza di sé:
• Autenticità
• Concetto di sé
• Bisogni e desideri
• Prendersi cura di sé
• Responsabilità personale:

Intervento Stefania Cervoni


A.I.C.I
Associazione Italiana Counseling Integrato
TIVOLI 28 MARZO 2009
LA MEDIAZIONE FAMILIARE E’ UN INTERVENTO SPECIALIZZATO DI COUNSELING
Stefania Cervoni - Counselor,Mediatrice Familiare


La parola Mediazione, dal latino tardo mediare, nel senso di “ dividere-aprire nel mezzo”, si mostra particolarmente adatta a indicare un processo mirato e fare evolvere dinamicamente una situazione di conflitto, aprendo canali di comunicazione che si erano bloccati.
La Mediazione è un processo attraverso il quale due o piu’ parti si rivolgono a un terzo neutrale, il Mediatore , per ridurre gli effetti indesiderabili di un grave conflitto. La Mediazione mira a ristabilire il dialogo tra le parti per poter raggiungere un obiettivo concreto, soddisfacente per tutti e che si realizza una volta che le parti si sono creativamente riappropriate, nell’interesse proprio e di tutti i soggetti coinvolti, della propria attiva e responsabile capacità decisionale.
Essendo considerato un eccellente strumento di pace oggi la mediazione è particolarmente utilizzata nei casi di separazione e divorzio al fine di consentire ai coniugi di ristabilire e mantenere aperta la comunicazione per realizzare una riorganizzazione delle relazioni che li veda contemporaneamente partner separati e genitori uniti. La mediazione familiare pone l’accento sulla genitorialità condivisa trovando il suo referente nel modello di affidamento condiviso.
Il mediatore non cerca di annullare il conflitto, ne si azzarda a tentare una conciliazione, che significa “ riunire-legare insieme-rendere amici”. Meno che mai cercherà di accattivarsi il favore delle parti, come talvolta vuole l’etimologia della parola.
Il mediatore nel disordine emotivo recupera, trasformandola, la capacità comunicativa, assertiva e progettuale di ogni partner. La coppia nel rispetto della legislazione vigente ma libera dalle “ costrizioni” procedurali, che intervengono in caso di dispute e accordi coatti, affronta più serenamente questo particolare momento della propria vita.
La mediazione diventa in questo modo il carattere essenziale dei procedimenti discorsivi, che si svolgono per ragionati e ragionevoli passaggi intermedi e, quindi, ha un significato contrapposto a “ cio’ che faremmo per impulso”, “immediatamente”, senza alcuno spazio e alcun tempo per riflettere su quel che si sta per fare. La mediazione costituisce uno sforzo per muoversi invece “mediatamente” e “meditatamente”, nel tentativo di trasformare i desideri aggressivi e conflittuali in momenti di crescita costruttiva attraverso una presa di distanza paradossale, che consente in realtà di vedere le cose piu’ da vicino.
Con 10-12 incontri la coppia affronta il conflitto in atto, ristabilisce la comunicazione, elabora le emozioni sottostanti e pianifica responsabilmente la propria condizione di partner e genitore, differenziandola. I Partner cosi’, sostenuti dal mediatore, raggiungono accordi soddisfacenti e durevoli nel tempo che condivisi con gli avvocati vengono presentati al giudice e velocemente ufficializzati.
( bollettino ufficiale della Regione Lazio, L.Regionale nr. 27 del 24 dicembre 2008-modifiche alla deliberazione ligeslativa approvata dal Consiglio regionale nella seduta del 10 dicembre 2008 concernente: “ Norme per la tutelaei minori e la diffusione della cultura della mediazione familiare”)

Intervento Prof. Liana Gerbi






A.I.C.I
Associazione Italiana Counseling Integrato
TIVOLI 28 MARZO 2009
CHI FORMA I FORMATORI
( Dott.ssa Liana Gerbi)
Avete mai sentito parlare di Schoolcounseling ?E’ la formazione specialistica di docenti e la predisposizione di sportelli di Schoolcounseling nelle scuole , per “facilitare il dialogo” mediante acquisizione di tecniche di relazione empatica (counseling) e agevolare negli allievi il superamento delle problematiche legate al mondo della scuola (difficoltà di inserimento nel gruppo classe, conflittualità con i compagni e con i docenti, disorientamento rispetto allo studio ed alle scelte future, riflessi e conseguenze di situazioni pregresse legate al contesto familiare ed affettivo che ricadono nel rendimento scolastico dell’alunnoLa Formazione intende rivolgersi prevalentemente a docenti delle scuole medie e superiori , con particolari attitudini alla comunicazione ed all’ascolto, che acquisiscano una nuova professionalità destinata ad espandersi anche in rapporto alle esigenze comunitarie, orientate ad una integrazione dei saperi e di nuove metodologie di intervento. Sono una Docente di una scuola di frontiera romana…Sono formata in Counseling scolastico….ma ho sempre lavorato PRIMA di TUTTO sul POTENZIALE UMANO”, sulla facilitazione della comunicazione.I mass media ,le nuove tecnologie SEMBRANO rendere la vita piu’ ricca e facile … ma il valore… il TESORO che e’ in ognuno di noi nella nostra UNICITA’ ed IIRRIPETIBILITA’ chi riesce a TRARLO fuori con sapiente arte MAIEUTICA?EDUCARE = EX DUCERE = PORTARE FUORI Che cosa ?LA parte MIGLIORE di NOI !!!Quanti Insegnanti oltre che dispensare SAPERE … COMUNICANO SAPERE e sollecitano il POTENZIALE che c’e’ ESISTE nell’allievo?Purtroppo sono per primi gli INSEGNANTI oltre ai GENITORI talvolta a MORTIFICARE lo sviluppo del potenziale … non riconoscendolo per primi DENTRO di LORO .Se si giunge a questi estremi e’ sicuramente dipeso dal sociale in cui viviamo :sociale famigliasociale scuola,sociale in cui gli interessi prevalenti spesso LOBOTOMIZZANO il cervello.ricordate il film MATRIX? Se puo’ interessante gia’ Thomas Gordon si interessava dell’efficacia dell’insegnamento:Gordon propone alcune metodologie utili in classe per creare un’efficace relazione fra insegnante e allievo e fra gli allievi stessi.Il clima è quello rogersiano: grande importanza rivestono l’accettazione, l’autenticità, l’empatia, la corretta comunicazione nel rapporto fra adulti e giovani al fine di promuovere l’autofiducia, l’autocontrollo, l’autodisciplina, la creatività, sviluppando così negli studenti il senso di autonomia e di responsabilità, nonché la capacità di contribuire nel definire le regole che governano la vita della classe.Gordon, considera che genitori ed insegnanti, pur mossi da buone intenzioni, tuttavia non sempre riescono ad aiutare i ragazzi nel risolvere le loro difficoltà, poiché si rapportano in modo sbagliato, ne bloccano la creatività, ne diminuiscono la fiducia in sé stessi, …

Gli insegnanti trascorrono molto del loro tempo ad imporre la disciplina. I metodi basati sul potere e sulla repressione, anche se riescono a causare momentaneamente un cambiamento nel comportamento dello studente, di solito provocano resistenza, ritorsioni, ribellioni.Il linguaggio tradizionale connesso al potere è costituito dall’uso di termini come :punire, minacciare, porre dei limiti, mantenere l’ordine, controllare, dirigere, ordinare, sgridare, esigere, disciplina, rigidità, …Il problema della disciplina può essere risolto con l’autoritarismo o il permissivismo, entrambi metodi inadeguati, che implicano forte stress ed un rapporto di forza che sfocia inevitabilmente nella dinamica vincitori e vinti; con l’aggravio, per questi ultimi, del senso di sconfitta e sentimenti di rancore e rivalsa.Il problema del ruolo evidenzia come l’insegnante tema di apparire per quello che egli è, con pregi e difetti, … e si mostri come persona che “sa tutto”, non sbaglia mai, non perde mai la calma.Gordon si propone di insegnare a impostare una relazione efficace con gli studenti, ed a gestire le dinamiche interne di una scolaresca attraverso:• procedimenti che portano l’insegnante a “trasformare sé stesso” nel modo di trattare con gli allievi;• insegnare ai docenti ad incoraggiare e stimolare maggiori responsabilità nei giovani a loro affidati. Tre sono le tecniche fondamentali che il metodo Gordon propone per modificare i comportamenti inadeguati:1. l’ascolto attivo;2. il messaggio in prima persona;3. la risoluzione dei conflitti con il metodo del problem solving.L’esperienza di Gordon, nei corsi “Insegnanti efficaci” e i corsi di SCHOOLCOUNSELING hanno portato ad evidenziare, per la maggioranza dei docenti, una sorprendente mancanza di comprensione del rapporto insegnante–studente e spesso dei rapporti umani in generale.L’autore afferma che pochi insegnanti entrano in classe con un modello che serva da riferimento per guidare il loro stesso comportamento.Ma…………………… CHI FORMA ………….. I FORMATORI e i GNITORI ?Chi decide di fare l’insegnante non puo’ solo saper dispensare SAPERE!





Intervento Prof. Luigi Mosca


A.I.C.I
Associazione Italiana Counseling Integrato
TIVOLI 28 MARZO 2009
L'importanza dell'ambiente nell'equilibrio bio-psico-corporeo
Prof. Luigi Mosca
“ L'ambiente è l'insieme delle condizioni esterne e delle strutture socio-economiche, abitative, culturali ed operative per la vita di relazione, formativa e produttiva dove le persone di una data comunità vivono ed operano”.
Il mutamento repentino, della condizione umana e soprattutto giovanile di questi ultimi 30- 40 anni ha sviluppato un certo interesse, da parte dei teorici della personalità e di sociologi, nei riguardi dell'ambiente in relazione all'equilibrio biologico e psico-sociale delle persone.
La creatura umana, in sintesi, diventa il prodotto di una funzione del processo culturale che si è formato nella famiglia e nella scuola di quel particolare ambiente ed in quel periodo.
Il comportamento di un individuo, di un giovane, varia notevolmente a seconda dell'ambiente che frequenta, delle circostanze e dei momenti e del mutare delle condizioni con le quali viene a trovarsi esposto.
La "personalità è l'organizzazione dinamica, entro l'individuo, di quei sistemi psicofisici che determinano i suoi comportamenti ed il suo pensiero”.
Il termine PERSONALITA' sta ad indicare quel complesso di caratteristiche organiche, motorie, affettive, intellettuali, sociali-operative, che sono tipiche ed irripetibili di ciascuna persona
Qualcosa nel mondo dei minorenni è saltato.
In codesta realtà dinamica e diversificata qualcosa nel mondo dei minorenni è saltato. Ma non possiamo dare tutte le colpe al mondo della scuola; E' un problema di punti cardinali. Non è facile navigare senza stelle.
La famiglia.
I genitori oggi non hanno più il tempo o la voglia, di indicare ai figli i punti luminosi di riferimento; forse loro stessi non li sanno più riconoscere. In questi ultimi anni il numero dei suicidi tra gli adolescenti è quadruplicato. Il mal di vivere è diventata la malattia più insidiosa per i ragazzi, il male oscuro che insidia i figli di una società ricca, tronfia, opulenta. La completa valutazione dei paradismorfismi giovanili richiede una somma di nozioni di carattere biologico da essere di competenza di pochi che sappiano fare uso quotidiano di una metodica semiologia (dal greco semeion: segno, studio dei sintomi, ricerca della prognosi e della cura attraverso sintomi soggettivi ed obiettivi) in modo tale da poter agire, con il movimento analitico e funzionale, in senso correttivo. pena il fallimento dell'opera educativa.


Quale allora il rimedio?
Il rimedio deve partire dall'esigenza primaria ed altamente significativa che ad educare, formare, guidare i giovani ci vogliono persone preparate e fortemente motivate e competenti alfine di operare una educazione scientifica che nulla trascura, che investa tutta intera la personalità emergente di ciascun individuo, pena il fallimento dell'opera educativa.

Vediamo che cosa chiedono al "professionista" dell'educazione:
• che sappia trasmettere seriamente conoscenze ed abilità;
• niente tutorati moraleggianti, niente ricerca di atteggiamenti imperiosi del tipo "fai questo e basta!", "fai questo o quello perché te-lo-dico-io!";
• niente ricerca di un prestigio fondato sull'autoritarismo! Serve, invece, il prestigio che derivi naturalmente dall'autorità dell'insegnante.
• Meno che mai un più o meno occulto proselitismo ideologico .
Popolarità e simpatia contano poco, non lasciano "segni"; permissivismo ed accondiscendenza ancor meno.
Vogliono insegnanti che sappiano insegnare e non pontificare.
Vogliono essere "condotti" (orrore della parola negli anni post '68) con mano ferma e sicura, senza incertezze, verso la conquista di capacità e abilità tecniche, linguistiche, logico-matematiche, fisico-motorie e sportive, precise e verificabili.
Questi giovani vogliono dai loro insegnanti, altruismo e comunicazione educativa, perché è la comunicazione e l'empatia che liberano l'uomo dalle forme alienanti del vivere convulso e dall'anonimato; che aiuta il giovane a fargli prendere coscienza di sé, delle sue possibilità creative e di espressione, per gettare, così facendo, un ponte verso gli altri, sul quale l'uomo incontra altri uomini, incontra e ritrova se stesso, persona fra le persone.
L'insegnante deve essere una sorta di biologo umano, con forti conoscenze psico-pedagogiche e sociologiche e con capacità specifiche culturali e tecniche in relazione alla disciplina che si insegna.
Attraverso la programmazione educativa e didattica deve saper accordare la propria disciplina, con le altre in modo trasversale, così da suscitare nei giovani interessi e propensioni.
I conflitti che registriamo oggi fra alunni e fra alunni e docenti all'interno della scuola sono la fotografia dei conflitti e delle lacerazioni che troviamo in questa nostra società. E la soluzione di questa conflittualità non può venire dagli schemi di un rigorismo annunciato in un dibattito televisivo… Compito del politico è allora quello di dare corpo al progetto dell'educazione con leggi adeguate e fatti, anche economici, concreti.
Nel colloquio, nel rapporto tra padre e figlio i genitori non devono fare "gli amici" dei figli, non devono abdicare alla loro funzione di genitori. Non devono rinunciare all'autorità. Ho detto autorità, non autoritarismo. Ecco perché il rapporto spesso diventa difficile o quanto meno superficiale, occasionale, stereotipato.
La comprensione tra padre e figlio o figlia non deve diventare acquiescenza o una imperdonabile abdicazione, una irresponsabilità pericolosa.
Abbiamo bisogno per rinnovarci di uomini e donne diversi, di persone forti, liberi da condizionamenti, sicuri: saranno la sola grande fonte di ricchezza non surrogabile.


Intervento Dott. Pietro Zocconali


A.I.C.I
Associazione Italiana Counseling Integrato
TIVOLI 28 MARZO 2009

“Sociologia della salute attraverso il counseling approcci e metodologie”
( Dott. Pietro Zocconali)

A.I.C.I
Associazione Italiana Counseling Integrato
TIVOLI 28 MARZO 2009
“Sociologia della salute attraverso il counseling approcci e metodologie”
Dott. Pietro Zocconali, Presidente ANS Associazione Nazionale Sociologi

Un saluto ai presenti e agli organizzatori dei lavori, in particolarealla prof.ssa Liana Gerbi che mi ha invitato ai lavori; un saluto che vuole augurare a tutti: forza, benessere, energia, vitalità e buon umore.
La Sociologia studia il sociale che gravita attorno all'individuo, al gruppo, alle istituzioni, si occupa dell'uomo e delle sue relazioni, del modo di crescere, cambiare, vivere. Tra i micro e macro processi sociali oggetto di studio della Sociologia vi è la salute: un bene individuale ma anche sociale, se si estende alle politiche di Welfare, alla progettazione finalizzata al benessere di tutti, alle grandi campagne a favore della prevenzione e al modo di fronteggiare malesseri e malattie. E’ entusiasmante studiare i cambiamenti delle società e dei valori che le tengono insieme, l'evolversi dei pensieri e delle ideologie, il mutare delle generazioni, del senso estetico, del mondo del lavoro, delle istituzioni, della famiglia, del modo di vivere la vecchiaia, ma il nostro interesse è rivolto a come e perché tali mutamenti possono incidere e coincidere con altrettanti malesseri sociali.
La Salute è una condizione che l'uomo dà per scontata, salute che non si eredita né si compra ma si ha la fortuna di avere o l'infelicità di esserne privi.
Salute; chi ha buon senso la mantiene con la cura della propria persona, del proprio corpo e dei pensieri.Quando parlo di salute mi riferisco anche a pensieri sani, atti sani, amicizie sane, all'amore per la natura. Salute non solo come assenza di malattia ma, in senso allargato, una salute sociale che non può esser slegata da un idea di salute individuale.
Uno dei miei orientamenti professionali è rivolto alla figura del Counselor ed è improntato proprio sulla salute, sul benessere sociale ed individuale. Non esiste un benessere collettivo se il singolo individuo vive una realtà complessa senza una consapevolezza del proprio "sentire".Sentire sé stessi, i richiami, i bisogni; sentire il nodo che crea un disagio, riconoscerlo, dargli un nome e trovare dentro sé le risorse per scioglierlo; sentire è sentire anche il bello, il buono, il sano e riuscire a replicarlo. Definire la salute quindi è difficile, poiché un concetto astratto e non assoluto.
Il Counseling è la professione basata su colloqui e ascolto che affronta i disagi psico-sociali legati al quotidiano, al mondo del lavoro, alla famiglia e che hanno ripercussioni sullo stato di salute e sul benessere dell'individuo, della coppia, del gruppo, delle istituzioni.
Esiste un benessere individuale ed uno sociale, collettivo, di tutti, affinché possa esistere un benessere comune occorre partire dal senso di rispetto per la vita e per la vitalità di ogni singolo individuo.
Il Counseling Sociologico della Salute interviene nel disagio e nel malessere sociale ed individuale.
Il Counselor aiuta maieuticamente la persona in difficoltà a trovare ciò che di buono ha ma per qualche motivo nasconde; assieme al "cliente" (è così che il Counseling definisce il paziente) si cercano le risorse per uscire da un momento di crisi, partendo dal presupposto che tutte le persone sono potenzialmente valide.A volte modernità, cambiamento sociale, la ricerca della felicità effimera o la solitudine possono dar vita a "patologie sociali".La Sociologia della salute studia in particolare " i nuovi rischi" che possono essere rintracciati in una nuova droga, un nuovo stile di vita, una nuova moda, una nuova tecnologia.
Vi è una zona mista tra disagio e malessere che non sempre si manifesta e diventa una patologia; è una situazione frutto del vissuto quotidiano e il Counselor Sociologo cerca di capire, ascoltare, ricreare la persona che vive una crisi individuale che in realtà deriva da un malessere sociale, da un conflitto sul lavoro, a scuola, nella coppia e che può manifestarsi in un totale senso di inadeguatezza, sconforto, ansia, insonnia, nervosismi e vere patologie da stress e psicosomatiche.Il Counseling quindi si svolge nel sociale di una persona perché noi tutti siamo animali sociali e non possiamo esentarci dal rapportarci con il prossimo, è per questo che la natura dei rapporti sociali e la comunicazione acquistano grande importanza. Ogni persona si muove nella società con la sua maschera sociale, ogni singolo si rapporta a persone, mezzi, cose, strumenti; ogni individuo è parte di coppie e gruppi.
Il Counseling va incontro ad uomini e donne con problemi esistenziali e relazionali, di vita, di lavoro; il counselor ascolta la persona ( la coppia o il gruppo), la prende per mano facendole vedere altri punti di vista esterni, altre vie d'uscita a situazioni che sembrano senza soluzione. Il counselor aiuta a far individuare delle soluzioni per chi vive un momento difficile e vede solo vicoli ciechi, lo aiuta a vedere un po’ di luce nel buio. Il counselor non dà consigli ma favorisce la dialettica ripristinando una comunicazione sana tra l'individuo e il suo sociale.Salute quindi in senso molto ampio, dall'antico ma mai obsoleto concetto olistico proposto dal primo grande medico della storia, Ippocrate, che credeva che la salute passasse attraverso l'equilibrio delle tre parti di cui è fatto l'uomo: bio-psico-sociale. Ciò che accade nella nostra anima, nella nostra psiche ha contatti con il nostro organismo e con la nostra sfera sociale, per cui la salute ed il benessere dipendono anche dal nostro modo di affrontare la vita, le relazioni, le persone, il lavoro. I fatti sociali permeano il quotidiano ed incidono sulla personalità e sullo stato di salute psico-fisico dell'individuo plasmandone le aspettative e le relazioni.
Per riassumere, prima di terminare: il counselor sociologico propone interventi per la comprensione delle dinamiche della comunicazione in una società fatta di individui sempre più depressi e disturbati da stress, inquietudini, paure e conflitti. Grazie.


Intervento Dott. Alessandro Rosati



A.I.C.I
Associazione Italiana Counseling Integrato
Dott. Alessandro Rosati TIVOLI 28 MARZO 2009

COUNSELING AZIENDALE
Da anni le aziende sono in un processo di cambiamento
nel considerare i propri dipendenti sempre più risorse nobili su cui investire.
Segnali importanti verso questa direzione sono gli investimenti che vengono effettuati nella formazione e nell’aggiornamento tecnico. Purtroppo questo non basta!La formazione viene vissuta come un segnale positivo, ma a volte non è un buon investimento, se prima non viene curato il clima dell’aziendaE’molto piacevole stare all’interno di un’azienda dinamica e “sorridente”; si avverte una sensazione positiva quando c’è un buon clima e le persone sono motivate.Viceversa non si vede l’ora di uscire da aziende che si muovono con un clima autoritario e terroristico, oppure con la presenza accentratrice e schiacciante del titolare che provoca un clima depresso e pesante.Queste diversità sono a volte molto evidenti ed un consulente aziendale e di esperienza sa cogliere molti importanti particolari.Il consulente aziendale viene spesso chiamato dal titolare che è l’artefice inconsapevole del malessere della sua azienda. Questo avviene quando l’imprenditore fa difficoltà ad attuare un processo di delega soprattutto nella gestione delle risorse umane presenti all’interno dell’azienda.E’ in questo settore che si colloca il Counselling aziendale, il cui intervento consiste nel prendersi cura del clima aziendale.Il clima dell’azienda è il risultato di una serie di azioni dell’azienda nei confronti degli uomini che operano al suo interno volte a determinare dinamicità, motivazione e autonomia.E’ sempre più diffuso nelle aziende al giorno d’oggi l’applicazione della politica volgarmente chiamata “ Bastone e Carota” , attuando così un sistema “Punizioni/Premi” nei confronti dei dipendenti. Inutile dire quanto sia facile sbagliarsi con questo modo di procedere finendo spesso con il premiare l’individuo più “sfrontato” nel chiedere e coraggioso nel mettersi in evidenza.Mai come oggi ci appare sempre piu chiaro ed evidente che la nostra reltà aziendale sia sempre più prioiettata verso una cultura market-oriented e customer oriented;L’azienda vista come una grande famiglia che nel perseguimento dei suoi obiettivi vede, come primario interesse anche il soddisfacimento dei bisogni/desideri e necessità dei propri dipendenti al fine di un soddisfacimento personale di crescita e di ampliamento delle prospettive per un fine comune: Il bene dell’azienda/ perseguimento di un profitto.
Un Counsellor sa cosa fare:- sa dare la giusta importanza all’individuo –persona senza essere manipolato dalla “vicinanza umana”- sa dare un buon contenimento e considerazione senza provocare inutili e controproducenti meccanismi regressivi di carattere infantile
L’azione di un Counsellor diventa quindi fondamentale in aziende in crescita ed orientate ad investire nelle proprie risorse nobili che molto spesso fanno la differenza per creare immagine, risultati e , di conseguenza, utili.